REVENGE PORNO: Siamo ricattabili per la nostra vita sessuale?

Sono un po’ di giorni che penso a scrivere questo articolo.

Lo voglio fare oggi che si celebra la giornata contro la violenza delle donne.

Perché il ricatto sessuale riguarda quasi esclusivamente l’universo femminile, come se avere una vita sessuale piacevole e libera per la donna fosse un peccato che la rende un mostro, come le streghe del medioevo, meritevoli di rogo.

Nel bene e nel male tutti abbiamo una vita sessuale, ed è un diritto e bisogno naturale e innato come cibarsi e dissetarsi.

Per secoli abbiamo associato il piacere al peccato: il desiderio era sinonimo di immoralità.

Ma non abbiamo tutti diritto a provare piacere, a stare bene con noi stessi, a stare bene.

Lo possiamo fare mangiando un piatto succulento, ridendo in compagnia delle persone che amiamo, godendoci del riposo, facendo sesso con passione e desiderio.

Il sesso fa bene al nostro corpo, al nostro umore e alle relazioni

Perché quindi dovrebbe diventare una cosa brutta, della quale vergognarsi?

La vergogna dovrebbe provarla solo chi usa il sesso per esercitare il suo potere, umiliare, o senza il consenso dell’altro, trasformandolo in violenza.

Quando una donna si sente protetta e compresa, rispettata e amata, riesce a vivere la sua sessualità con maggiore libertà: e questa è una conquista bellissima dopo secoli di rinnegazione del piacere, di lenzuola con il buco per non cedere alla lussuria, e sesso violento a solo scopo procreativo.

E’ una conquista perché è un diritto.

E se qualcuno sfrutta la fiducia conquistata per poi ricattare, deridere, umiliare, è lui che deve essere messo al rogo.

Quando confidiamo un segreto a qualcuno lo facciamo perché sentiamo che possiamo fidarci e se poi quel qualcuno spiattella tutto è lui che è nel torto.

E noi non siamo mai nella posizione di poter sentirci giudici onorari delle vite private degli altri, soprattutto nell’umiliazione.

Quando una persona è ferita nel suo intimo, ha bisogno di essere protetta, non colpevolizzata.

e mentre scrivo queste parole mi sembra assurdo doverle ancora scrivere.

Se un bambino cade, magari spinto da un’altra persona, il primo istinto è quello di abbracciarlo e consolarlo, non deriderlo e umiliarlo ulteriormente.

Allora perché se una donna è vittima di un fidanzato stupido e superficiale, che la ferisce nella sua  intimità, deve sentirsi pure criticata da chi ha probabilmente ha ottenuto un’ attestato di santità e perfezione che le permette di umiliarla ancora di più.

Ma allora se così dev’ essere che cosa è servito lottare finora.

Torniamo al medioevo, ripristiniamo il rogo e che sia finita.

Essere violati, ricattati, derisi e umiliati è una cosa terribile, e non deve mai essere giustificato in nessun modo.

La vittima è vittima e basta.

Il carnefice non ha mai attenuanti, se non l’incapacità di essere umano (che deve affrontare a sue spese).

E chi giustifica è un maledetto complice, e quindi ancora più punibile per la sua infinita disumanità! Se solo sapessimo essere un po’ empatici, magari potremmo almeno un po’ comprendere il dolore di chi vede segnata la sua vita dalla infinità stupidità