Sono madre da quasi sei anni. E non lo avrei mai pensato.

Quando ero giovane vedevo la maternità come un impegno troppo grande per me; ero fermamente convinta che non avrei mai ceduto al fascino del pancione; avrei reso feconda la mia vita in molti altri modi che non prevedevano pannolini e biberon (piuttosto aerei, costumi e ciabatte).

Invece poi, come sempre accade nella vita, le cose sono cambiate; non so dire esattamente come ma qualcosa è scattato;  ed è arrivato Lui.

E anche se so che è stata la scelta giusta, ora posso confermare che avevo perfettamente ragione: avere un figlio è un impegno “profondo”;  non ti abbandona mai, e tiene sempre sveglia (h24) una parte di te, non solo perché hai paura che possa succedergli qualcosa, ma perché stai attenta al peso di ciò che dici e non dici, le decisioni che prendi, il cibo che prepari, i vestiti che compri, le idee che vuoi trasmettere.

Si dice che quando arriva un figlio rivedi le tue priorità, che finalmente tutto assume un senso.

Diciamo che sono parzialmente d’accordo; l’amore senza limiti, la responsabilità che il prendersi cura di loro comporta, e l’impegno di lasciarli nel mondo stravolge tutto, ma non può diventare il tutto.

Quando sono piccoli richiedono tutta l’attenzione possibile, ma poi con i primi passi si incamminano verso la loro vita, fatta di sfide e conquiste, gioia e tristezza.

E ho capito nella piccola strada fatta finora, e anche grazie alle esperienze con tante famiglie nel mio lavoro, che il difficile non è dormire 2 ore a notte, ma lasciare che qualcun altro se ne prenda cura, accettare che si leghi ad un amichetto che non ci piace, vedere che impara a vestirsi da solo, o ti saluta felice allontanandosi.

Noi adulti sappiamo cosa vuol dire crescere e quanto sia dura, e nei nostri figli forse vediamo una seconda possibilità, di rimediare ai nostri errori e colmare le mancanza che abbiamo vissuto.

Ma non esiste crescita ed evoluzione senza la fatica; non esistono percorsi uguali perché non esistono persone uguali. Si impara dall’esempio e non dalla costrizione, e gli errori sono gli insegnamenti più importanti.

E noi genitori, con amore e buon senso possiamo solo aiutarli a scoprire e far fiorire il meglio di loro,  rimanendo però sempre nel nostro cammino di esseri  umani.

I  figli sono compagni di viaggio che ci insegnano tanto, quanto noi insegniamo a loro.

Il mio bambino ogni giorno mi fa vedere nuovi punti di vista, mi aiuta ad elaborare strategie creative, non mi concede di mollare mai, mi costringe a contrattare su tutto.

Ma soprattutto mi sprona ogni momento ad ESSERE.